#speculazione energetica
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due parole riguardo oristano
A Oristano c’eravamo tutti, la mobilitazione simbolica di un'isola intera.
Se si pensa a quanto sta avvenendo in Sardegna riguardo alla questione energie rinnovabili, probabilmente l’episodio clou è Oristano, si intende quanto è avvenuto al porto di Santa Giusta. Da lì è partito tutto, lì è convogliato quel sentimento di rivolta che da tanti, tantissimi anni stava bollendo nei remoti anfratti di questa terra, portato avanti fino ad allora principalmente da una minoranza. Si può dire che da quella notte niente è stato più lo stesso, perché si è iniziato a parlare a livelli molto più estesi di quello che è un problema presente per l'appunto in realtà da molti anni.
Le abbiamo presenti tutt*, quelle immagini, bastava aver acceso la televisione, o il telefono, durante quei giorni. Il buio della sera, una resistenza infrangibile, solo all’apparenza debole, e poi quei mostri di acciaio, alti un’infinità di metri, tanto da superare del triplo, quadruplo, quintuplo e anche più un uomo, trasportati su camion che non accennano a rallentare, e le persone che si impuntano, li bloccano, con una determinazione che non può che essere propria di un popolo come quello sardo, che da decenni sopporta a stento soprusi di ogni genere. E infatti non poteva mancare anche questa occasione la polizia, che di soprusi possiamo dire che se ne intende, rappresentante dello stato italiano che in tenuta antisommossa giunge al porto anch’esso, pronto a zittire le voci, perché, beh, altro non sa fare: si scontra coi manifestanti, è duro, usa il “pugno di ferro”, come si usa dire. Ma quelle persone non mollano, non sembrano arrendersi, e con forza ripetono le loro ragioni. La terra sarda non si svende a nessuno, punto e stop. Sventolano alti nel cielo, i quattro mori, simbolo di una terra che è stata silenziata ma mai spenta; risuonano forti le note dei canti popolari, mai tanto alte quanto le voci di un popolo che è ormai stanco, e che non ha più intenzione di stare zitto davanti alle tante forme di oppressione portate avanti in ogni forma e ogni tempo contro quest'isola.
“Declarada est già sa gherra / Contra de sa prepotenzia, / E cominzat sa passienzia / In su pobulu a mancare
Che ch'esseret una inza, / Una tanca, unu cunzadu, / Sas biddas hana donadu / De regalu o a bendissione; / Comente unu cumone / De bestias berveghinas”
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PRIMA PAGINA Unione Sarda di Oggi venerdì, 11 ottobre 2024
#PrimaPagina#unionesarda quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi quotidiano#indipendente#fondato#garau#italia#belgio#tasse#bonus#sommerso#oggi#aliquote#speculazione#elettrica#contestan#caso#vuole#contro#fuoco#israeliano#mobilitazione#energetica
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Da Selargius un no deciso alla speculazione finto green. No tyrrhenian link!
Martedì 19 Marzo 2024 No tyrrhenian link! ( Le bugie e i nodi della transizione energetica arrivano al pettine e raccontano la realtà in un un modo totalmente opposto. La giusta parola da utilizzare è SPECULAZIONE e si potrebbe abbattere sul già compromesso territorio sardo e italiano. Il popolo consapevole (solita minoranza) di ciò che realmente sta accadendo a fianco al proprio cuscino, si…
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Tutti i media si occupano del caro bollette, del caro benzina e li mettono in relazione alla guerra in Ucraina e alla speculazione. Ma dimenticano tutti di collegare la crisi alla vera causa: la dissennata politica energetica sul green new deal. La guerra è solo un velo per offuscare la vista alla gente.
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E' FURNUTA, SE N'E' ACCORTO PURE IL MANIFESTO -
Nei grandi circoli della finanza capitalistica (...) la transizione ecologica non sembra più raccogliere i consensi di un tempo.
Tra i grandi proprietari cresce la fazione che contesta l’eccessiva rigidità delle misure necessarie a ridurre le emissioni inquinanti. L’idea che ora va di moda è che la transizione “green” è troppo veloce e che l’aumento dei costi di produzione rischia di diventare insostenibile.
Il cambio di orientamento ai vertici del potere si avverte un po’ ovunque nel mondo. Attuale capofila è il premier britannico conservatore Rishi Sunak, che ha messo in discussione non solo il ritmo di abbattimento delle emissioni ma anche gli obiettivi di eco-compatibilità fino ad oggi vigenti nel Regno Unito.
Ma anche nel nostro paese si avvertono riverberi della nuova tendenza. Al recente Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, l’amministratore delegato di Eni è intervenuto sulla nuova “dottrina” di Sunak sostenendo l’esigenza di ridimensionare gli obiettivi europei della transizione verde, e possibilmente di adattarli alle specifiche caratteristiche di ciascun paese. Un adattamento al ribasso, ovviamente.
Questi nuovi venti di «capitalismo anti-ecologico» sembrano esser diventati dominanti anche nella topica vicenda dell’Ex Ilva di Taranto. L’idea della ricapitalizzazione da parte dello Stato, per portare avanti la riconversione ecologica dell’impianto e la bonifica del territorio, appare ormai sconfitta. Il governo Meloni non ha nessuna voglia di mettere altri soldi pubblici sul progetto di acciaieria «verde», e si para affermando che i contribuenti non capirebbero. (...)
I capitalisti nemici dell’ambiente stanno pescando consensi in una classe lavoratrice frammentata e già martoriata dall’inflazione, (...) che ciò nonostante appare sempre più insofferente verso i costi della transizione ecologica. Con qualche ragione, a ben vedere. (...)
In questo scenario, c’è il rischio concreto che nei circoli dell’alta finanza la questione ecologica perda il suo glamour. (...)
Ci potremo arrivare con il libero mercato, come i circoli del capitalismo ecologista talvolta amano suggerire? Con buona pace delle fantasiose storielle sui benefici della cosiddetta «finanza verde», la risposta è negativa. Per quanto turbi gli animi dei ricchi, ecologisti o meno che siano, la soluzione potrà essere una soltanto: una versione, inedita e innovativa, di piano collettivo.
Da IL MANIFESTO, https://ilmanifesto.it/perche-ai-capitalisti-non-piace-piu-il-green
I sapientoni benecomunisti se ne sono finalmente resi conto: la transizione eco energetica - t.e.e. - non tira più come prima tra chi ci ha messo i capitali e ne ricava i profitti (mentre i costi rimangono a chi é lasciato vivere purché consumi). La t.e.e. non ha MAI tirato tra chi lavora, ha sempre suscitato la perplessità di chi ha acquisito con profitto la matematica di terza media ma era un affarone troppo ghiotto per la finanza globale. I benecomunisti, sempre i più boccaloni perché confondono i loro desideri con la realtà, non hanno mai voluto capire è che la t.e.e. era solo un calesse momentaneo dopo altri per la speculazione finanziaria. Si sono illusi che fosse una reale conversione del Globalismo finanziario alle loro Verità, ma il loro statalismo era il solito riflesso monopolista, i soldi ai burattini da Greta ai giornalai era cibo a cani da guardia, quelli ai ricercatori era per ottenere ricerca sc sc scientifica "educated" e guidare il parco buoi. Ora non più, è furnuta: il grido che non si sente ma c'è è RIENTRARE, chi ha dato ha dato ... rimangono solo le retroguardie retrò provinciali tipo Elkann. Ai compagni delle Ztl che girano per i terrazzi a caccia di apericene, non resta che chiagnere ...
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La transizione energetica (speculazione e pericolo bellico)
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INAFFIDABILITÀ DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTE EOLICA.
L’inaffidabilità della produzione di energia da fonte eolica non dipende solo dalla variabilità della sorgente, cioè dalla variabilità della velocità del vento, ma anche della variabilità della temperatura al contorno se questa può diventare particolarmente bassa.
Un esempio eclatante arriva dall’Alberta, provincia del Canada occidentale, i cui dati sulla produzione elettrica mostrano che l’energia generata dai parchi eolici in tutta la provincia si è quasi fermata giovedì 23 febbraio 2023: all’ora di cena i parchi eolici producevano in media 11÷20 MW, vale a dire circa lo 0,3% della capacità teorica di 3618 MW. La causa principale si è rivelata la riduzione della temperatura che, scesa al di sotto di –20 °C, ha provocato “l’ibernazione” delle turbine eoliche che possono anche rompersi a temperature –30°C.
Nell’Alberta sono presenti 36 parchi eolici, ma la sera del 23 febbraio ben 31 erano non operativi e gli altri hanno prodotto solo 11 MW.
L’Alberta ha potuto salvarsi, come ha fatto rilevare l’account Twitter Reliable AB Energy che traccia lo stato della rete energetica dell’Alberta, solo grazie ai combustibili fossili che hanno coperto il 91,3% del carico elettrico, mentre l’energia eolica si è fermata allo 0,4% del carico totale, il 3,6% è stato coperto dall’energia solare mentre il resto del carico è stato coperto da importazione.
Nonostante questa inaffidabilità nella produzione di energia, l’Alberta sta cercando di aggiungere nella contea di Cardston un altro parco eolico con 50 turbine progettato TransAlta Corporation, anche se i residenti non hanno accolto bene la proposta che “potrebbe alterare la fauna selvatica locale”.
A proposito dei parchi eolici, rinnovo l’invito ai sardi: firmate entro il 16 settembre presso il vostro Comune o i punti di raccolta la la proposta di legge di iniziativa popolare “Pratobello 24” contro la speculazione energetica. La Sardegna lancia l’SOS! Correte in suo aiuto.
Professor Domenico Salimbeni.
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Pratobello 2024, contro la speculazione energetica
Sassari. Parte col botto la raccolta firme della legge di iniziativa popolare “Pratobello 2024”. Il solleone di un fine settimana di agosto e la discesa dei Candelieri medi venerdì scorso non preoccupano gli organizzatori della prima raccolta firme della legge di iniziativa popolare “Pratobello 2024” contro la speculazione energetica. Il 9 agosto il riscontro della cittadinanza è stato del resto…
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L'inflazione altissima è dovuta ad una molteplicità di cause, le cui principali tre sono le seguenti:
1) la politica estera della Ue, che ha portato alle sanzioni economiche contro la Russia, privando così i rispettivi paesi di materie prime abbondanti ed a buon mercato.
2) la politica interna della Ue, che in obbedienza a dottrine irrazionali ed antiscientifiche si è proposta di servirsi sempre di più della cosiddetta energia pulita. Questo ha condotto all'abbandono graduale di altre fonti energetiche.
3) l'ordinamento economico e giuridico della Ue, che consente la facile speculazione di banche e multinazionali attraverso il cosiddetto TTF (Title Transfer Facility), che consente loro di gonfiare artificialmente il prezzo del gas tramite operazioni finanziarie e di scambio.
Il combinato di tutto ciò conduce ad un'inflazione che, specialmente nei costi dell'energia, minaccia di provocare danni strutturali, dunque radicali e definitivi, all'economia e specialmente al settore industriale. Si ricordi che l'Italia, nonostante politiche fallimentari che si susseguono da almeno vent'anni, ha ancora una manifattura che è la seconda in Europa, dopo la Germania.
La reazione del governo in carica è inconsistente. Esso avrebbe in teoria almeno tre strumenti d'intervento:
1) diplomatico, riallacciando i rapporti con la Russia;
2) produttivo, cercando di aumentare sempre di più la produzione energetica interna dell'Italia, ciò che si potrebbe fare riaprendo i pozzi d'estrazione del gas assurdamente chiusi, aprendone altri, procedendo alla creazione di nuovi impianti di produzione energetica, come il geotermico etc.
3) giuridico, agendo sulla speculazione.
Invece, la sua soluzione è comprimere i consumi dei cittadini, ciò che è insieme incostituzionale perché lesivo della libertà individuale, dannoso socialmente ed umanamente (impedire ai cittadini di lavarsi e scaldarsi come si dovrebbe definire?), inutile economicamente perché atto a risparmiare soltanto una piccolissima aliquota del consumo energetico totale dell'Italia.
Si preferisce mandare alla rovina l'economia italiana ed imporre ai sudditi (ex cittadini) misure degne della Corea del Nord pur d'assecondare ai dettami geostrategici degli Usa, alle allucinatorie fantasie ecologiste della Ue ed agli interessi delle grandi corporazioni.
Un ultimo tocco da regime totalitario in corso di formazione è dato da un'aggressiva ed intimidatoria campagna giornalistica, che criminalizza gli italiani imputando loro di consumare troppo ed invitandoli a sacrificarsi (o meglio immolarsi) in nome dell'Ucraina, della lotta all'inesistente cambiamento climatico e dei regolamenti europei.
Come si è fatto con il covid, per il quale si è falsamente accusata la popolazione d'essere responsabile dei decessi, affermazione infondata ormai smentita e confutata da una lunga sequela di studi medici di alto livello, ora il potere politico cerca d'ingannare i sudditi per nascondere i propri fallimenti. E' quanto avveniva in URSS, in cui l'impoverimento progressivo e l'insuccesso dei piani economici erano imputati ai "sabotatori" e "controrivoluzionari", che erano reali quanto gli stregoni promotori di malattie e disgrazie nelle società arcaiche.
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Dunque fatemi capire,
fino all'altro giorno avevamo problemi per smaltire generi alimentari perché in eccedenza, quindi si buttavano via tonnellate e tonnellate di cibi ancora commestibili e adesso dopo 10 giorni di guerra tra Russia e Ucraina nei supermercati si comincia a razionare la stessa merce che fino a ieri era invenduta e buttata via.
Inoltre, la pasta prodotta da aziende italianissime veniva ampiamente pubblicizzata e commercializzata perché fatta con grano 100% italiano e poi si scopre che il grano era in gran parte ucraino.
Non oso pensare a quali altri prodotti venduti come italianissimi e fatti pagare come tali poi non lo siano e perchè dalle eccedenze siamo passati in un tempo rapidissimo ad un inizio di razionamento.
Poi uno qualche domanda sulla presenza di un altro tipo di speculazione nel caso sugli alimentari oltre a quella energetica, uno se la fa.
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PRIMA PAGINA Unione Sarda di Oggi giovedì, 03 ottobre 2024
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La rivolta degli ulivi. Contro il falso green e la speculazione energetica. Sardegna che resiste.
A Selargius il popolo ha smesso di subire le angherie dettate da personaggi politici che non ascoltano le esigenze dei territori. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo espianto avvenuto in su Padru di Selargius. Terna espianta alberi e piante della macchia mediterranea dal terreno espropriato forzosamente ad un cittadino di Selargius Il popolo sardo non ci sta e protegge…
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Il relatore Pascal Arimont (PPE, BE) ha dichiarato: “L'UE è al fianco delle sue imprese, delle regioni e dei paesi più colpiti dalla Brexit. Con la riserva di adeguamento alla Brexit siamo riusciti a organizzare una risposta europea rapida e a fornire sostegno in tempi brevi. Grazie a criteri chiari, 5 miliardi di euro andranno dove è realmente necessario. Abbiamo anche fatto in modo che la prima parte del sostegno possa essere assegnata già dalla fine di quest'anno".
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perché l'Europa che ha deciso (2021) di sostenere i paesi europei a causa della Brexit NON FA ALTRETTANTO PER SOSTENERLI a causa della speculazione energetica? ...e perché visto che ci dichiariamo atlantisti e bla bla bla non sgancia qualcosa anche l'America? sono due domande alle quali non trovo una risposta esauriente da nessuna parte.
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L'Italia è in preda alla speculazione energetica, le conseguenze delle sanzioni alla Russia si ritorcono contro di noi, le piccole e medie imprese chiudono, il potere d'acquisto di lavoratori e famiglie è schiacciato dall'inflazione, nelle Marche si scava il fango, il covid è finalmente sparito dalle attenzioni del carrozzone mediatico eppure ancora oggi ci sono lavoratori sospesi per non avere fatto l'ottava dose di vaccino.
E Draghi giustamente che fa? Va ad alzare trofei a New York, dai suoi padroni che lo hanno appena eletto "statista dell'anno", sfoggiando un sorriso a 32 denti, agghindato di tutto punto come un paggetto. E mai come in questo caso l'abbigliamento è azzeccato.
"Missione compiuta, mr. Draghi. Stai amministrando la nostra colonia come ti avevamo chiesto, puoi venire a ritirare il premio!"
Il 25 settembre sarà importante avere memoria. Non bisogna assolutamente dare fiducia a chi ha permesso tutto questo. Lo rifarebbe alla prossima occasione utile, senza la minima esitazione.
Francesco Forciniti
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